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Caritas per il terremoto del Centro Italia

Lo scorso mese, subito dopo il terremoto che ha devastato il Centro Italia, le Caritas dell’Emilia Romagna hanno unito le forze per accorrere nel territorio e aiutare. Questa è la testimonianza di chi tra quei detriti ha aiutato davvero, parlando con chi ha visto la propria casa crollare davanti ai propri occhi. Sono parole forti che meritano di essere lette:

“L’arrivo a Macerata che era già buio, il cortile dell’ex seminario pieno di macchine abitate, la sala sinodale colma di persone, il centro città completamente deserto ci hanno fatto riflettere e ognuno ha pensato: questa notte anche io dormirò qui. Dal lunedì ci siamo messi a disposizione della delegazione Caritas Marche che ci ha destinati a Civitanova per supportare la Caritas locale nell’accoglienza degli sfollati. Ignari di quello che ci avrebbe aspettato.

I primi giorni: insicurezza, incertezza, impotenza, provvisorietà, sospensione. La nostra forza è stata aver ricevuto un preciso mandato ed esserci sentite accompagnate da tanti pensieri e tanta preghiera. Presto sono iniziati gli incontri, istituzionali e non, per cercare di creare una rete che coinvolgesse il territorio accogliente (Comune, AUSL, albergatori, Caritas) e che tenesse i contatti con le persone ospitate, in primo luogo quelle negli hotel.

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Se i primi momenti sono stati l’occasione per mettersi in ascolto dei loro dolorosi racconti, dopo poco ci siamo accorti che ci aspettavano anche solo per un saluto di pochi minuti. Risuona spesso la frase “solo chi lo ha provato ci può capire”. Anche noi ne siamo fortemente convinti, per quanto possiamo sforzarci di immaginare, mai riusciremo a comprendere appieno.

Nei  giorni  successivi abbiamo continuato la visita alle persone accolte vedendo soprattutto il loro disorientamento davanti al continuare delle scosse e all’impossibilità di tornare alle loro case anche solo per recuperare le cose necessarie alla vita quotidiana. “Non riusciamo a parlare di altro che del terremoto..”. E ci siamo messi in ascolto del desiderio di essere ascoltati,  della descrizione delle  loro case costruite con tanti sacrifici e ora inagibili, dell’amarezza delle persone anziane che – dicono –  “non saremo testimoni della ricostruzione”, e li incontri sempre con la giacca indossata, come pronti a partire di nuovo.

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Siamo stati testimoni della generosità di tante associazioni e singole persone che si sono rese disponibili in vari modi e abbiamo collaborato con il centro d’ascolto per raccogliere e  comunicare queste opportunità alle persone ospitate. In queste settimane si sono così avvicendate diverse persone provenienti dalle varie Caritas dell’Emilia Romagna (Reggio Emilia, Carpi, Forlì, Fidenza): anche questa è stata una bella opportunità per conoscerci, nella diversità  dei luoghi e Chiese di  provenienza e anche di vocazioni. Una piccola presenza segno della  Chiesa quale  luogo di incontro e comunione, nel desiderio di camminare insieme.

“Andate per mettervi al fianco ed ascoltare” è stata  l’unica cosa che abbiamo fatto: non li abbiamo caricati sul giumento, non abbiamo scavato tra le macerie, non abbiamo costruito case, non abbiamo dato soldi, ma siamo rimasti con loro come dei servi inutili.”

Testimonianza a cura di Caritas Emilia Romagna.