Perché dovrei fare volontariato?

È una domanda in apparenza semplice, a cui non si può rispondere in modo banale. Così abbiamo chiesto ai ragazzi, alle ragazze, agli uomini e alle donne che a Fidenza hanno deciso di donare un po’ del loro tempo per fare qualcosa di meraviglioso: aiutare.

Per Anna stare in Caritas significa “donare un po’ del mio tempo”.

“È prezioso, è vero, tanto più in un mondo in cui siamo sempre di corsa, in cui ci crediamo sempre in ritardo, ma è ciò che può davvero cambiare le cose e aggiungervi valore. Ne basta poco per fare la differenza, una manciata di ore a settimana, un pomeriggio strappato al divano e alla televisione.”

 

Volontariato in Caritas

 

Per Paolo, 20 anni, essere volontario non è solo una questione di dare, ma anche:

“fare un passo avanti spostarsi dal pensare solo al proprio bene, all’occuparsi anche di quello degli altri. É mettersi a disposizione con il sorriso sulle labbra, è restituire.”

É mettersi a disposizione con il sorriso sulle labbra, è restituire. Servire un pasto caldo, aiutare i bambini con i compiti e con l’italiano, raccogliere alimenti o materiale scolastico, anche solo ascoltare: sono tutti modi per venire incontro a chi ha bisogno di una mano tesa, di fatti e di gesti veri e non solo di parole che troppo spesso si disperdono in fretta. Si sentono tanti “Aiuterò domani”, “Adesso sono impegnato”, “Ci penserà qualcun altro” e pochi “Sì”, “Ci sono”, “Cosa posso fare?”.

Eppure, in un certo senso si tratta anche di giustizia. Non lo abbiamo certo scelto noi di nascere in Italia, con un tetto sopra la testa, una famiglia a fianco e una scuola appena dietro l’angolo.  Dice ancora Paolo:

“Se ho più possibilità, è giusto che nel mio piccolo io faccia qualcosa per venire incontro a chi ne ha meno. Oltre a far star bene un’altra persona, riesco a stare bene anche io.”

Volontariato in Caritas

Ci si sente utili, si ha finalmente il potere di cambiare quelle cose che non piacciono. Anziché alzare la spalle e fare finta di nulla ci si può rimboccare le maniche, e smettere di lamentarsi una volta per tutte. Dice un’altra ragazza:

“Sono stanca dopo aver fatto volontariato. Ma è quella stanchezza che rende felici”.

Tife, 16 anni e Nigeriana di nascita, dice:

“Fare volontariato è una delle cose che mi rende più felice. È un modo per dire alle persone che non sono sole, ma stanno a cuore a qualcuno.”

Per Chiara, essere volontaria è incontro. È un intrecciarsi continuo di vite, di storie e di mani, è un caleidoscopio di colori, di lingue impensabili, di paesi diversi. Un dialogo a tante voci, eppure così facile da capire se solo si presta ascolto.

Fare volontariato è anche abbattere i muri dei pregiudizi, dei luoghi comuni, delle divisioni, che tanto spesso sminuiscono il valore della relazione con l’altro, relegandolo in un angolo, il più lontano possibile. È vedere con i propri occhi, e non fidarsi ciecamente di quello che si dice, si pensa.

Anche tu, come Paolo, Anna, Tife e Chiara puoi diventare volontario Caritas. Un po’ del tuo tempo può fare un’enorme differenza.

Puoi contattarci via mail [email protected], oppure chiamarci al numero 0524 528070.