“Oraiuto”: la nuova sfida dei giovani di Fidenza al fianco di Caritas

Oraiuto è il progetto che si è svolto nella sede Caritas Fidenza dall’11 al 23 luglio 2016. Un “piccolo aiuto” che può dare molto a tanti, un poco del nostro tempo speso per fare qualcosa di diverso, di speciale.

Ma soprattutto un invito che hanno accolto in tantissimi, ragazzi e ragazze provenienti da diverse scuole e realtà di Fidenza e dintorni. Ragazzi che hanno deciso di donare il loro tempo e mettersi a servizio degli ospiti che la mensa Caritas accoglie ogni giorno, a pranzo così come a cena.

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I ragazzi arrivano a gruppi di quattro o cinque, appena prima che la campana della cattedrale scandisca undici rintocchi. Curiosi, un po’ timidi, con gli sguardi di chi entra in un posto nuovo per la prima volta. Vengono accolti con un sorriso da uno dei giovani responsabili, che dispensa qualche consiglio e spiega i diversi compiti. Dietro a un grembiule gigante scompaiono le ultime paure, il logo di Oraiuto campeggia sulla stoffa, imperativo di chi non vuole aspettare. C’è bisogno adesso, non dopo!

E poi, la mensa apre. II campanello inizia a suonare: una formalità, la porta è sempre aperta. Passi che risuonano lungo il corridoio, parole in tutte le lingue del mondo, sentirsi a casa, sedersi a un tavolo. I ragazzi di Oraiuto non si fermano un attimo. C’è chi accoglie sulla porta, trascrive i nomi, augura buon appetito e riceve in cambio i grazie più veri di sempre. Chi fa avanti e indietro tra sala da pranzo e cucina, i vassoi in bilico, le mani tese a servire un gustoso pasto. Chi rimane sull’attenti, a pulire, a sparecchiare, a correre in cucina appena manca qualcosa, a chiedere un semplice “Tutto bene?”.

Certi giorni, la musica risuona nella sala, il volume più alto dei pensieri e dei problemi di ogni giorno, accompagnando quelli che dovrebbero essere i momenti più preziosi della giornata. Dopo due ore, la mensa chiude, ma per i ragazzi di Oraiuto non è ancora finita. Rimangono tanti pensieri, alcune domande, qualcuno lascia un messaggio sulla bacheca in sala da pranzo. “Senza parole, grazie!” dice un ragazzo, mentre per altri è stata la spinta per “fare di più”, per “aprire gli occhi”, per “incontrare una realtà che sembra così lontana, ma è invece molto più vicina di quanto si pensi”. Insomma, un’ora che vale molto, molto di più: “l’ora più bella”. Perché, in fin dei conti, ” aiutare è ricevere”.